Un percorso curioso e misterioso che si incrocia con fede, tradizione popolare e superstizione
L’ultimo Santo a passare in Agnone è stato Giovanni Paolo II, era il 19 marzo 1995 ed è tutto ampiamente documentato e fotografato in un piccolo museo. Non vi sono, invece, documenti scritti certi sul passaggio di altri due Santi, ma una insistente tradizione orale nonché tracce scolpite nella pietra che ci parlano di questa loro importante presenza nella metà circa del 1400. Erano venuti qui per predicare contro la corruzione e contro i costumi del tempo, ma erano venuti qui soprattutto per sedare gli animi di due opposte fazioni che litigavano di continuo tra loro, togliendo pace e vivibilità alla cittadina. I nomi di questi due “capisaldi” della fede, sono: San Bernardino da Siena e San Giovanni da Capestrano. Tra i simboli di San Bernardino da Siena troviamo il “trigramma” (San Bernardino da Siena è il santo protettore dei grafici e pubblicitari). Questo è un simbolo che, con profondo intuito psicologico, egli inventò per ricordare Gesù. I colori vivaci con cui era dipinto (blu e oro) ben si imprimevano negli occhi e nel cuore di chi lo guardava; veniva posto in tutti i locali pubblici e privati. Scolpito nella pietra, andava a sostituire blasoni e stemmi delle varie famiglie e corporazioni spesso in lotta tra loro. Ecco, in Agnone i Simboli di San Bernardino da Siena sono stati scolpiti sulle chiavi di volta di alcuni portoni di palazzi importanti e murati, incastonati nelle facciate di questi palazzi in sostituzione di stemmi di casate. San Giovanni da Capestrano operò qualche miracolo, come far sparire un’ invasione di topi nella cittadina. Fu per sua volontà, come afferma il Masciotta e come precisa frate Arcangelo da Montesarchio, che venne eretta la Chiesa di Santa Croce, nel 1446, per ricordare la pace raggiunta tra due fazioni in lotta tra loro. Quivi si insediò una confraternita che si interessava delle onoranze funebri per le persone meno abbienti. Su questo percorso, ben si inserisce un luogo speciale in cui un Santo, San Francesco Caracciolo, patrono dei cuochi, decise di esalare il suo ultimo respiro. Era l’anno 1608. Ma l’ultimo respiro di un Santo è anche la nuova vita ultraterrena che si spalanca, ed è per questo che è considerato il “dies natalis”, “il giorno della nascita” nella cristianità. Nel convento in cui tutto ciò avvenne, una mostra di foto vi accompagnerà in un cammino di fede e sensazioni particolari, in memoria di un grande uomo di fede nato nella vicina Villa Santa Maria, fondatore dell’Ordine dei Chierici Minori. Con questi tre Santi farete un percorso curioso e misterioso che spesso si incrocia con fede, tradizione popolare e superstizione anche nelle diverse chiese del paese.
Curiosità
Il corpo di San Francesco Caracciolo fu trasportato a Napoli dove riposa nella Chiesa di Santa Maria di Monteverginella. Il cuore del Santo, invece, secondo la tradizione, fu conservato in un vaso di alabastro e nascosto, murato, nella Chiesa della SS. Annunziata di Agnone. La leggenda dice che il 4 giugno (giorno della sua morte) questo cuore si senta battere.
INFORMAZIONI AGGIUNTIVE
Tempi di visita e percorrenza variabili in funzione di eventuali visite a chiese durante il percorso, da una a tre ore.
Abbigliamento consono per la stagione e scarpe da passeggio