Agnone ha una storia dibattuta da grandi studiosi. Poco distante dal centro attuale sorgono rovine sannitiche che hanno a lungo fatto pensare ad un’ antica capitale italica. Sembra comunque certo che dopo la frattura civile e la desertificazione seguita alla sconfitta del Sannio da parte di Roma, in zona sopravvissero solo alcuni piccoli villaggi agricoli ed alcuni centri monastico-eremitali. Il 1139 è segnato come l’ anno cruciale in cui i Conti Borrello di Pietrabbondante, capitani di ventura di Venezia, condussero con sé una folta colonia di soldati ed artigiani provenienti dalla Serenissima (probabilmente dalle coste dalmate). Da costoro nacque il primo nucleo della città, sito nel quartiere della Ripa, detto anche “borgo veneziano”, che ospita ancor oggi le residue vestigia di uno stile inconfondibile, con delle finestre bifore, delle botteghe tipiche e svariati decori che raffigurano il leone di San Marco.
Fu forse a causa di quest’origine “nobile” che Agnone non fu mai umiliata dai Re di Napoli con una vera e propria soggezione feudale. Anzi, nel 1404 Re Ladislao di Durazzo (di un ramo collaterale degli Angioini) la nominò ufficialmente “Città Regia”, ossia dipendente direttamente dal re, con ampi diritti, tra cui quello di un tribunale con delega reale e la possibilità di comminare condanne capitali.